Simitur 2.0, il progetto di R&S di cui Teleskill è stata
proponente e beneficiaria aggiudicatrice grazie ai fondi strutturali della
Regione Lazio, insieme agli organismi di ricerca dell’Università la Sapienza,
finalmente inizia a prendere una forma; il risultato delle attività di sviluppo
tecnologico, e non solo di ricerca.
Per un lungo periodo ho insisto sull’importanza e la
necessità di introdurre, all’interno della filiera del turismo laziale, gli strumenti
e metodi innovativi formativi di cui Teleskill è pioniere in Italia dal 1999, capaci
di permettere agli imprenditori turistici di poter mettere a fattor comune le
proprie conoscenze in materia, condividere e scambiarsi le best practices per creare una rete di operatori uniti. Ogni
qualvolta affrontavo l’argomento con la direzione di Teleskill, purtroppo
riscontravo molte difficoltà, le classiche barriere d’impostazione progettuale
legate alla ricerca e reperimento dei fondi necessari per far fronte a due anni
di progettualità in cui sarebbe stato necessario impiegare ed investire sul
personale interno, figure professionali, organismi di ricerca ed altre spese
generali.
La soluzione doveva stare nella finanza agevolata,
motivo per cui ho iniziato a cercare strumenti di finanziamenti diretti da
Bruxelles ed in alternativa fondi strutturali regionali. I primi, meglio
conosciuti sotto la dicitura della programmazione economica europea del 7° PQ,
erano in via di esaurimento o le call per noi interessanti erano scadute, i
secondi invece mi hanno dato la risposta alle nostre attese. Sfruttando il
Co-Research gestito dalla Filas per conto della Regione, sono riuscito a dar
vita al progetto di Teleskill e a trovare quindi le risorse finanziarie
necessarie per poter investire nelle attività di ricerca dei Dipartimenti di
Informatica e di Management della Sapienza e della Facoltà di Economia.
Nasce quindi Simitur 2.0, in un momento in cui in
Italia il turismo è un settore a bassa produttività e con grandi margini di
recupero competitivo. È però indispensabile che, nella struttura dell’offerta,
siano introdotti radicali fattori innovativi e aggiornati modelli produttivi.
Negli anni più recenti è profondamente mutata la domanda di turismo
internazionale e il settore ricettivo dimostra crescenti difficoltà ad
intercettare i nuovi flussi. Il progetto, con il supporto di tecnologie
semantiche, di information retrival e di sentiment analysis, ha come oggetto
l’individuazione di best practices e l’analisi delle loro fattispecie
organizzative, allo scopo di esportare modelli di successo in nuove aziende, valorizzare
e promuovere quelli già esistenti. Il tema della formazione imprenditoriale,
teorica ed esperienziale, sulla qualità dei servizi delle PMI genera notevole
interesse da parte sia delle reti di offerta turistica, sia delle istituzioni
locali.
Risposte efficaci all’esigenza di intercettare la
nuova domanda turistica, risiedono 1) nell’apprendimento collaborativo
informale, dove le singole nozioni provengono dai partecipanti che le rendono
disponibili all’interno di una o più comunità; 2) nel tema della formazione
manageriale e della gestione di contenuti esperienziali dal mondo della PMI del
settore del turismo. A fronte di questo interesse non esistono prassi formative
e metodologie di gestione delle stesse consolidate, ma vi è solo un proliferare
di proposte ed esperienze emerse in ambienti conferenzieri non inclini alla
predisposizione di una scientifica e adeguata gestione di progetti di tale
natura. In conformità a queste considerazioni nasce Simitur 2.0 con l’obiettivo
di sostenere una raccolta semiautomatica di best practices, la loro
formalizzazione in un’ottica manageriale con il supporto dell’Università e la
creazione di moduli di contenuti multimediali rivolta ai responsabili e agli
operatori turistici, favorendo la collaborazione tra gli stessi e valorizzando
le eccellenze di ognuno. Le innovazioni introdotte con il progetto Simitur 2.0 riguardano:
il cambiamento di ruolo degli utenti da una posizione di passiva ricezione
d’informazioni ad una attiva, basata sulla simulazione e l’interazione con
soggetti specializzati; l’utilizzo di tecnologie semantiche, ed in particolare
di sentiment analysis, per individuare casi di successo.
A giugno del 2014 lo sviluppo sarà ultimato e quindi
le attività di test di laboratorio ci diranno se l’applicativo finale
risponderà ai risultati della ricerca realizzata dagli organismi. Le attese
sono alte e i tempi stringono sia per Teleskill che per i dipartimenti
universitari, ma il cronoprogramma ipotizzato resta in linea con le
tempistiche.
Vi tengo aggiornati.
Nessun commento:
Posta un commento