mercoledì 26 marzo 2014

Cos'è un'infografica?


Infografico
[in-fo-grà-fi-co] s.m. (pl. -ci)
1. Complesso, serie articolata di immagini, grafici e brani di testo, utili a spiegare e visualizzare graficamente le caratteristiche di un fenomeno.

Spesso durante la preparazione di un corso e-learning ci si può scontrare con un grosso problema: come fare a rendere una slide piena di dati e statistiche meno fredda e noiosa?

La soluzione più popolare del momento sono le infografiche, anche note con i termini inglesi "information design", “information graphics” o “infographics”.

Perchè sono così in voga? Perché numeri, dati e statistiche sono importanti, ma anche l’occhio vuole la sua la parte e le informazioni devono essere sì comprensibili, ma allo stesso tempo invitanti. 

Realizzare un’infografica è il metodo migliore per diffondere dati in modo sintetico ed intuitivo e con un aspetto piacevole ed accattivante.

Il Web ci permette di creare infografiche efficaci anche non essendo degli esperti, infatti esistono diversi strumenti online: 



venerdì 21 marzo 2014

Webinar: 6 motivi per utilizzarli in una strategia di marketing!

Si parla sempre più spesso di creare contenuti di qualità per rendere la strategia di marketing più innovativa e social. Di fatto, oggi non basta più acquisire un cliente, ma occorre interessarlo e coinvolgerlo, renderlo partecipe e protagonista di ogni fase della strategia.
Il webinar è uno strumento utilissimo per raggiungere questi obiettivi e questa breve lista di reason why sarà sicuramente utile per rendere efficace al massimo la tua strategia aziendale.



Lead Generation: organizzare dei webinar costantemente può essere un ottimo modo per acquisire contatti. Nell’organizzare i webinar ho notato quanto sia semplice con questa soluzione coinvolgere un numero vastissimo di persone (anche oltre 1000 utenti). Inoltre, i partecipanti possono registrasi in modo semplice ad una form, incrementando in questo modo il database di contatti e mostrare il proprio interesse su un singolo prodotto rispondendo a un sondaggio tracciato. Questo permette, dopo il questionario, di analizzare le preferenze degli utenti e agire in modo mirato sulle preferenze mostrate dai potenziali buyer.
Interazione “user friendly”: l’aspetto “user friendly” dell’applicativo Teleskill Live dedicato ai webinar permette al partecipante di utilizzare facilmente le funzionalità per interagire, una per tutte, attraverso la finestra di “domande al relatore” il relatore può interagire in tempo reale con i partecipanti che possono esprimere le loro opinioni e porre direttamente delle richieste. Le domande possono essere salvate e rese disponibili in un secondo momento (es: FAQ, Case Study …). 

Condividere in seguito: è possibile registrare il webinar, comprensivo di tutte le interazioni, materiali condivisi, interventi audio/video esterni. Gli interessati o gli assenti alla diretta live possono essere invitati attraverso una newsletter o una compagna promozionale a visualizzare le registrazioni dei webinar e a rivederle quando preferiscono.

Crossmedialità: si può seguire l’evento e la registrazione dai dispositivi smartphone/ tablet e naturalmente da qualunque Pc connesso ad Internet, senza la necessità di effettuare alcuna installazione sul Pc. 


Semplicità di gestione: attraverso l’uso del portale di gestione Teleskill Webinar, l’organizzatore dell'evento potrà semplicemente invitare i partecipanti attraverso una e-mail personalizzata graficamente, inserire banner, loghi e riferimenti ad eventuali sponsor all’interno della sala del webinar e mostrare delle pubblicità anche durante i break grazie alla sala di attesa virtuale.

Pecunia non olet: il ritorno d’investimento per un webinar è generalmente un risultato importante, in quanto il tempo e il denaro da investire sono molto ridotti rispetto all’organizzazione di un evento dal vivo e anche in caso di adesioni contenute non è necessario annullare l’evento.



giovedì 20 marzo 2014

Social media. 5 segnali per i prossimi mesi

Affollato, conteso, indispensabile. Oggi che il social media marketing si sta rivelando un mercato adulto, in grado di interessare la quasi totalità delle imprese, emergono alcuni fattori che possono aiutare rendimento e coinvolgimento dei vostri profili e delle pagine. 
1. Social è mobile. Il mercato degli smartphone e dei tablet è diventato preponderante. Bisogna quindi produrre e organizzare contenuti pensati anche per altri schermi, oltre quello del pc. Contenuti dedicati, inoltre, che possano interessare le persone “mentre” si muovono.
2.     Acquistare è social. L’esperienza del comprare online è più coinvolgente se si possono condividere scelte, o acquisire impressioni utili prima dell’acquisto. Per questo siti di e-commerce e social media hanno sempre più “bottoni” di condivisione e strategie comuni.
3.     Tv sì, ma con la chat. Talent show e fiction stanno dirigendo il cambiamento, con Sky, come attore importante in Italia. Oggi guardare un programma televisivo acquista più valore se si può interagire con amici via web, sulle pagine e sui gruppi dedicati.
4.     Apprendere è social. Si consolida, nel 2014, un trend che Teleskill promuove da tempo: quello della formazione a distanza in chiave e-learning 2.0. Corsi, lezioni, aule virtuali, vedranno sempre più presenti bottoni “mi piace” e possibilità di condividere, o autogenerare, contenuti formativi.
5.     Piani editoriali per tutti. Ultimo, ma non ultimo, in un mercato così denso, occorre più gestione, pianificazione e cura dei contenuti. Bisogna approntare i propri social con più qualità e tempestività dei post, in modo da conquistare l’attenzione dei propri target e poter creare con essi una relazione duratura.
 


martedì 18 marzo 2014

MOOC. Il mio punto di vista.

Con la sigla MOOC (Massive Open Online Courses) si identifica comunemente una certa categoria corsi online aperti, pensati per una formazione a distanza che coinvolga un numero elevato di utenti. L'acronimo MOOC è stato utilizzato per la prima volta nel 2008 nel corso "Connectivism and Connective Knowledge". I corsi MOOC si sono diffusi su scala mondiale a partire dal 2011 e ben presto sono approdati anche in Italia.
L’idea che sta alla base dei MOOC è semplice: offrire corsi online su tutte le tematiche disponibili nei programmi delle università convenzionate, tratti da moduli dei programmi formativi in atto, e distribuirli gratis a tutto il mondo, con l'intento di fornire insegnamenti di ottimo livello anche a chi vive lontano dai grandi poli accademici.


In molti hanno guardato ai MOOC, come un’idea di straordinaria potenza, in grado di cambiare totalmente il mondo della formazione online, e forse della formazione in generale. Ma come è accaduto per alcuni social network, è la massa degli utenti a decretare il successo o la fine di un progetto, in base all’utilizzo che se ne fa.
Per i MOOC, i dati purtoppo non sono confortanti: tassi incredibilmente bassi di tenuta, proposta di un’esperienza di apprendimento essenzialmente isolata, poche e imperfette misure di valutazione e soprattutto la promessa iniziale non mantenuta per un’offerta di istruzione di qualità, rivolta a milioni di giovani di tutto il mondo che non hanno accesso alle grandi facoltà e scuole del mondo occidentale.
Tra tanti elementi negativi, il punto debole più evidente, oggi dei MOOC, è la poca flessibilità nella personalizzazione dei corsi. Oggi l’utente sia che si trovi In Europa, sia che abiti in Cina, vuole essere centrale nella piattaforma in cui opera. Il corso può anche essere interessante, ma se manca di flessibilità e di interattività è destinato, in parte a fallire.
Mi accorgo di aver introdotto un ulteriore elemento chiave della scarsa diffusione dei MOOC, la poca interattività. Oggi l’utente considera molto importante poter condividere e interagire con gli altri utenti della rete. I MOOC, nella gran parte, sono ancora arretrati e in questo e non permettono molte attività considerate comuni, attualmente, da chi “abita” la rete. E non si tratta di un “vezzo”. Senza l’interazione faccia a faccia, gli studenti non riescono a esprimere le loro preoccupazioni e ricevere un feedback immediato di supporto. Inoltre, in assenza di interazione è più difficile per i docenti esprimere entusiasmo e positività per il lavoro in corso e condividere le loro emozioni, fattori che incoraggiano gli studenti a lavorare di più.



Inoltre l’utente, soprattutto in ambito aziendale, deve formarsi con contenuti personalizzati e realizzati ad hoc per lui. La  specializzazione delle competenze necessarie per mantenere competitività sul mercato mondiale non permette libertà di indirizzo nella scelta tra corsi standard.
Malgrado tutto, l’idea alla base dei MOOC, questa spinta alla cultura diffusa e accessibile per tutti resta incredibilmente affascinante e suggestiva. Diverse Università italiane li hanno già adottati, ma occorre pensare e creare i MOOC con una vero approccio 2.0.
Cosa intendo? Ad esempio, gli ambienti di apprendimento devono essere accessibili ovunque permettendo agli studenti di utilizzare pc, tablet o smartphone, e poter "passare da un dispositivo ad un altro, cambiando momenti e luoghi di studio, mantenendo traccia di quello che hanno imparato e delle attività in cui si sono impegnati".
I contenuti dei corsi devono poter essere aggiornati con semplicità e istantaneità e permettere la creazione di contenuti autogenerati anche dagli “studenti” stessi, oppure la conversazione live di un docente con un discente su di un certo tema, che può diventare (se registrato e organizzato) contenuto formativo per molti.
Particolarmente utile potrebbe essere dotare i corsi di una funzione “mi piace” e consentire agli utenti di esprimere un gradimento sui contenuti o rispondere a questionari.


La sfida, è in sintesi, quella di trasformare i MOOC con strumenti e incentivi per l’apprendimento collaborativo e la cooperazione tra studenti. La collaborazione tra pari, il superamento della divisione “professore – alunno”, genera grande coinvolgimento, maggiore interesse, maggiore fidelizzazione.  Inoltre, ma questa tendenza si sta già diffondendo, le università ed anche le aziende di un settore specifico, dovranno essere in grado di offrire il proprio corso MOOC personalizzato con attività interattive e partecipative, come ad esempio l’auto-creazione di contenuti formativi audio/video/slides da parte degli utenti stessi, stile WIKI…anzi diciamo stile…”Wiki-MOOC”!!

Nella soddisfazione del cliente, le basi del successo aziendale

"Il divario tra clienti soddisfatti e clienti insoddisfatti può far fallire un'azienda" (Harvard Business Review)

Questa citazione, che condivido, mi offre lo spunto per parlare dell'importanza della soddisfazione del Cliente nei confronti dei servizi offerti da un'azienda.

Teleskill e tutte le persone che ne fanno parte, sanno bene che la soddisfazione del cliente è il principale obiettivo da raggiungere.
La soddisfazione è un elemento fondamentale per costruire la buona relazione con il committente, ed è solo questo fattore che può portare ad acquisizione di nuovi incarichi, a fidelizzazione dei target nel tempo, alla creazione di referenze positive utili a conquistare nuovi progetti futuri.

Per ottenerla, lavoriamo da sempre su due fronti: da un lato poniamo particolare attenzione alle esigenze del cliente proponendoci come veri e propri consulenti e non come semplici fornitori. Dall'altro, sviluppiamo prodotti e servizi altamente differenziati rispetto a quelli della concorrenza, con un elevato livello di personalizzazione e il cui prezzo finale non sia il motivo principale che spinga all'acquisto.

Il successo di questo approccio ci viene confermato dall'elevato livello di fidelizzazione delle imprese con cui collaboriamo e ci spinge a migliorarci con prodotti e servizi sempre in linea con le esigenze del mercato e dei clienti.

lunedì 17 marzo 2014

E-learning 2.0. Un webinar per conoscere il plug in di Teleskill per Moodle

Il 13 febbraio 2014 si è tenuto un webinar gratuito per conoscerlo meglio, realizzato da Mediatouch e Teleskill.

Il mondo digitale è uno scenario in costante trasformazione e sempre più intrecciato e connesso con il mondo reale. È uno sviluppo di grande rilevanza per milioni di utenti e che interessa in modo sostanziale anche il settore della formazione e dell’apprendimento a distanza.



Sempre più aziende, enti e persone scelgono processi formativi di tipo open o social e diventa decisivo poter proporre strumenti in linea con queste esigenze. Su questo tema, Mediatouch e Teleskill hanno realizzato un webinar dedicato a E-learning 2.0, il plug in di Teleskill per Moodle che interpreta l’esigenza degli utenti di adattare i propri strumenti formativi ai nuovi contesti.






Il webinar interattivo è stato condotto da Andrea Bicciolo, amministratore delegato Mediatouch ed Emanuele Pucci, amministratore delegato Teleskill. Insieme, i due relatori hanno raccontato i vantaggi di e-learning 2.0 e come possa essere utilizzato per creare, in modo autonomo, un percorso formativo e comunicativo “su misura”, con contenuti sempre aggiornati, utilissimi in scenari in rapida evoluzione e cambiamento. 


Grazie al modulo e-learning 2.0 Moodle ottiene una classe virtuale completamente integrata nell’LMS, con la possibilità di:
  • creare un percorso formativo blended (formazione on-demand e classe virtuale);
  • effettuare il caricamento automatico della registrazione della classe virtuale, anche in formato SCORM in un pre-determinato percorso formativo;
  • ottenere la scheda formativa dell’utente comprensiva dei dati con i tracciamenti delle statistiche di presenza in aula virtuale e nei corsi on-demand, oltre ai risultati cumulativi dei questionari in diretta e on-demand.
Nel corso dell'evento sono state illustrate le novità introdotte da Mediatouch e Teleskill nel settore dell’e-learning: 
  • piattaforma per la formazione a distanza con percorsi formativi “blended” (classe virtuale e corsi e-learning registrati);
  • classe virtuale integrata;
  • tracciamento unico della presenza e dei risultati formativi tra formazione in diretta e registrata;
  • auto produzione e auto caricamento dei contenuti.

giovedì 13 marzo 2014

Comunità di pratica: il tutto è più della somma delle singole parti

Se è vero che "L'istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo" come ha detto Nelson Mandela, è anche vero che le comunità di pratica si stanno imponendo come luoghi efficaci per cambiare in modo concreto l’istruzione e la formazione del singolo e dei gruppi.

Il concetto teorico di comunità di pratica racchiude una natura decisamente attiva e correlata al contesto di azione nel quale il singolo si trova ad operare (Wenger), è un tema che quindi raccoglie non solo l’importanza e il ruolo cruciale dell’esperienza nei processi di apprendimento ma soprattutto della rete sociale e relazionale in cui si sviluppa la conoscenza che consente di attribuire un significato all’esperienza maturata dai partecipanti e sviluppare competenza.

Le esperienze di comunità di pratica realizzate on line con Teleskill hanno reso possibile questo processo in maniera rilevante, in particolare attraverso la condivisione delle singole esperienze tecniche dei partecipanti della comunità distribuiti su tutto il territorio italiano, attraverso forum, messaggistica istantanea, video e documenti in un ambiente on line sempre accessibile e ormai familiare alla comunità stessa.

In questo modo è stato possibile la risoluzione in tempo reale di problematiche legate al processo produttivo e la condivisione di best practices applicabili on the job perché documentate e già sperimentate. L’esperienza condivisa nelle comunità on line han consentito di diffondere le buone pratiche già utilizzate dai singoli partecipanti e di incrementare il know how aziendale.

Apprendimento collaborativo: 2+2=6!


Sono fortemente convinto che prima di progettare e sviluppare un software si debba procedere con una completa "analisi" del problema da risolvere.
In Teleskill, abbiamo sempre dato molta importanza al concetto di apprendimento collaborativo, cercando negli anni di costruire soluzioni che rispondano efficacemente alle esigenze dell’utenza finale, per mezzo di lay-out user-friendly dedicati anche a persone non in possesso di competenze tecniche particolari. L’obiettivo: favorirne l’utilizzo e quindi la partecipazione.
I diversi scenari di apprendimento collaborativo, realizzati con l'ausilio della telematica, sottolineano essenzialmente tre fattori:
  • l'interdipendenza e la comunicazione tra i membri del gruppo;
  • la condivisione o la ripartizione dei compiti e la gestione del processo di gruppo;
  • la finalità di costruire qualcosa di nuovo, cioè di ottenere un valore aggiunto dalla collaborazione.
Anthony Kaye, sostiene che "Collaborare (co-labore) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti e un'esplicita intenzione di aggiungere valore, per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni (..). Un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo".

L’apprendimento è sicuramente un processo individuale, che però può essere fortemente influenzato dalla collaborazione, soprattutto quando lo stimolo del confronto proviene da pari grado. La formazione non è più un trasferimento di conoscenza da chi sa a chi non sa, ma una sinergia di competenze tra chi sa di più su un argomento e chi, apprendendo, dà allo stesso tempo il proprio contributo specifico. Ragionare, esplicitare ed esporre le proprie competenze tacite, favorisce la razionalizzazione e la memoria delle stesse.


Sulla base di queste evidenze e necessità, Teleskill ha sviluppato la classe virtuale e la comunità di pratica, che affidano a questi concetti, un ampio kit di strumenti informatici per renderli davvero operativi. Si può quindi condividere opinioni in maniera testuale o video, file o immagini/video, lavorare in tempo reale su uno stesso documento, utilizzare la funzionalità del controllo remoto e dello screen sharing, oppure semplicemente discutere in audio/video utilizzando i propri PC/MAC/tablet su opinioni espresse sulla comunità di pratica, in classe virtuale e sui social network.

Grazie agli strumenti di apprendimento collaborativo si realizza con efficacia una delle massime più note di Albert Einstein: "Non ho mai insegnato nulla ai miei studenti; ho solo cercato di metterli nelle condizioni migliori per imparare".