giovedì 13 marzo 2014

Apprendimento collaborativo: 2+2=6!


Sono fortemente convinto che prima di progettare e sviluppare un software si debba procedere con una completa "analisi" del problema da risolvere.
In Teleskill, abbiamo sempre dato molta importanza al concetto di apprendimento collaborativo, cercando negli anni di costruire soluzioni che rispondano efficacemente alle esigenze dell’utenza finale, per mezzo di lay-out user-friendly dedicati anche a persone non in possesso di competenze tecniche particolari. L’obiettivo: favorirne l’utilizzo e quindi la partecipazione.
I diversi scenari di apprendimento collaborativo, realizzati con l'ausilio della telematica, sottolineano essenzialmente tre fattori:
  • l'interdipendenza e la comunicazione tra i membri del gruppo;
  • la condivisione o la ripartizione dei compiti e la gestione del processo di gruppo;
  • la finalità di costruire qualcosa di nuovo, cioè di ottenere un valore aggiunto dalla collaborazione.
Anthony Kaye, sostiene che "Collaborare (co-labore) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti e un'esplicita intenzione di aggiungere valore, per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni (..). Un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo".

L’apprendimento è sicuramente un processo individuale, che però può essere fortemente influenzato dalla collaborazione, soprattutto quando lo stimolo del confronto proviene da pari grado. La formazione non è più un trasferimento di conoscenza da chi sa a chi non sa, ma una sinergia di competenze tra chi sa di più su un argomento e chi, apprendendo, dà allo stesso tempo il proprio contributo specifico. Ragionare, esplicitare ed esporre le proprie competenze tacite, favorisce la razionalizzazione e la memoria delle stesse.


Sulla base di queste evidenze e necessità, Teleskill ha sviluppato la classe virtuale e la comunità di pratica, che affidano a questi concetti, un ampio kit di strumenti informatici per renderli davvero operativi. Si può quindi condividere opinioni in maniera testuale o video, file o immagini/video, lavorare in tempo reale su uno stesso documento, utilizzare la funzionalità del controllo remoto e dello screen sharing, oppure semplicemente discutere in audio/video utilizzando i propri PC/MAC/tablet su opinioni espresse sulla comunità di pratica, in classe virtuale e sui social network.

Grazie agli strumenti di apprendimento collaborativo si realizza con efficacia una delle massime più note di Albert Einstein: "Non ho mai insegnato nulla ai miei studenti; ho solo cercato di metterli nelle condizioni migliori per imparare".

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